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14 Gennaio 2021Un trigger point (letteralmente ‘punto grilletto’) è una zona ischemica, rigida e poco contrattile (pochi mm di diametro) all’interno di una bandelletta di un muscolo scheletrico. La zona è dolorosa alla palpazione e può evocare un dolore proiettato in un’altra zona.
I Trigger Point si distinguono in attivi e latenti.
Un trP attivo provoca una sintomatologia dolorosa in una zona ben definita sia a riposo che in fase dinamica, e in genere peggiora durante l’attivita fisica. È sempre dolente, riduce la forza muscolare e l’allungamento.
Il trP latente può avere tutte le caratteristiche di un trP attivo con l’eccezione che non provoca dolore a riposo o durante i movimenti, ma solo alla palpazione. Può rimanere tale anche per anni e iniziare una serie di attivazione e disattivazioni autonome nel tempo.
Non e’ del tutto chiara la causa che determina la formazione di un trigger point, ma gli elementi e le condizioni che possono attivarlo sono: sovraccarico, postura scorretta e prolungata nel tempo, trauma, affaticamento muscolare, contrazioni improvvise o prolungate nel tempo , altri trigger points.
La loro disattivazione può avvenire attraverso trattamenti manuali, attraverso l’utilizzo di terapie fisiche (Laser, Us, Diatermia o Tecarterapia, Onde d’urto) e/o mediante calore esogeno (radar o borsa dell’acqua calda).
Cosa succede nel momento in cui si forma il trP?
Le fibre muscolari contratte si uniscono e si avvicinano perdendo di elasticità, mentre le altre (quello non coinvolte) sono costrette ad allungarsi, come un elastico tirato. Tutto ciò comporta una riduzione della forza muscolare, perché non tutte le fibrille possono essere reclutate durante la contrazione, rischio la rottura.
E’ importante infine sapere che I trp hanno una loro specificità e caratteristica, una loro sintomatologia dolorosa; le disfunzioni che determinano sono facilmente confondibili con altri disturbi , per cui è necessario sviscerarli i in tutti loro aspetti e diventano elementi fondamentali di una corretta diagnosi.
I punti trigger possono causare anche:
- Cefalea tensiva,
- Acufeni (fischio alle orecchie),
- Dolori dell’articolazione temporo-mandibolare,
- Rigidità alle gambe,
- Lombalgia.
L’approccio corretto e utilizzato è la terapia miofasciale, ovvero il lavoro di scioglimento dei nodi muscolari che sono all’origine del problema. Si compie prima una ricerca dei muscoli più deboli e si procede con la palpazione delle zone tese, anche in profondità, sotto lo strato di grasso superficiale.
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