E’ SOLO UN MALE DI STAGIONE ?
1 Dicembre 2020IL PARKINSON si PUÒ’ CURARE con I CANNABINOIDI ?
3 Dicembre 2020In Italia la cannabis terapeutica viene prescritta per curare e gestire i sintomi di molte patologie, tra cui il dolore nella sclerosi multipla o nelle lesioni del midollo spinale, il dolore cronico di origine neuropatica o oncologica, per il glaucoma e per la sindrome di Tourette. E ancora: per nausea causata da chemioterapia, radioterapia, terapie per l’Hiv, anoressia. Eppure, sebbene siano passati dieci anni dalla sua introduzione, ci sono ancora molte difficoltà per l’accesso …
Le sostanze contenute nella cannabis non sono tutte uguali. In natura esistono diverse varietà di canapa contenenti in proporzioni variabili diverse sostanze psicoattive, stupefacenti e non.
Il THC, tetraidrocannabiodiolo, è il principio attivo della cannabis detto psicoattivo, altera la mente e provoca euforia, aumento dell’appetito, rilassamento e perdita della percezione spazio-temporale.
Il CBD, invece, cannabidiolo, è la sostanza non psicoattiva. Non provoca alterazioni, non ha conseguenze nell’uso di macchinari e non dà dipendenza. Le benevoli proprietà possedute da questa sostanza ha fatto in modo che alcuni ambiti della medicina pensassero di utilizzare la canapa a scopi curativi.
In poche parole, è la presenza del THC e delle sue proprietà psicotrope che rende la giurisdizione nei confronti della canapa controversa.
Ed è per questo che il CBD merita un ulteriore approfondimento.
Innanzitutto è particolarmente efficace per contrastare forme di ansia e di stress, insonnia e depressione grazie ai suoi effetti antipsicotici e calmanti; gli vengono attribuite importanti proprietà antinfiammatorie: è infatti spesso utilizzata per combattere diverse patologie della pelle come l’acne e la psoriasi; l’olio ricavato dalla canapa idrata ed ammorbidisce la pelle grazie all’azione degli acidi grassi essenziali e contribuisce a mantenere la cute giovane ed elastica con l’aiuto degli antiossidanti.
Possiede un effetto antiemetico nella nausea e vomito causati da chemioterapia e radioterapia; e stimola l’appetito in pazienti oncologici e anoressici.
Ma è sopratutto nel trattamento del dolore neuropatico che la medicina ha iniziato ad utilizzarlo in maniera sempre più convinta.
I cannabinoidi, di fatto, legandosi al sistema endocannabinoide presente già nel nostro organismo, inibiscono la trasmissione neuronale nei percorsi del dolore.
Ed è proprio per le sue potenti proprietà analgesiche e mio rilassanti, che agisce là dove farmaci steroidei, cortisonici e oppioidi si sono rivelati inefficaci. Sopratutto nel trattamento del dolore cronico, sia nel trattamento di patologie che implicano spasticità associata a dolore, come la sclerosi multipla, la fibromialgia e le lesioni al midollo spinale. ◾️DOTT. Giada Seri anestesista terapia del dolore . Info ed app. 0587.53400. 335.392522 Visita € 120.00