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4 Maggio 2021Il ginocchio valgo è una caratteristica anatomica degli arti inferiori, in presenza della quale le ginocchia puntano l’una verso l’altra.
Noto anche come ginocchia a X, il ginocchio valgo rispecchia il mancato allineamento tra i femori e le tibie, con i primi che tendono alla convergenza e le seconde che tendono a distanziarsi progressivamente nello scendere verso i piedi.
Tra le cause di ginocchio valgo, rientrano: l’inadeguatezza di alcuni muscoli dell’anca , una ridotta capacità di dorsiflessione della caviglia e, infine, una predisposizione anatomica alla problematica in questione.
Le forme lievi di ginocchio valgo sono asintomatiche e prive di ripercussioni nella vita di tutti i giorni; le forme più gravi, invece, sono generalmente dolorose e responsabili di diverse complicanze, che interessano i legamenti del ginocchio, il menisco laterale del ginocchio ecc.
Di norma, la diagnosi di ginocchio valgo è immediata e si basa sulla semplice osservazione degli arti inferiori.
Le persone con ginocchio valgo sono sottoposte a trattamento, solo quando la deformità di cui sono portatrici è responsabile di sintomi inconciliabili con una vita normale.
Deformità mono- o bilaterale?
Quando si parla di ginocchio valgo, ci si riferisce di norma a una deformità bilaterale. Tuttavia, è bene ricordare ai lettori che esistono anche casi di ginocchio valgo monolaterale, ossia che interessano un solo ginocchio.
IL ginocchio valgo rispecchia il mancato allineamento fisiologico tra femore e tibia: se in un individuo privo di deformità scheletriche i due femori e le due tibie sono quasi totalmente perpendicolari al piano d’appoggio, in un soggetto con le ginocchia a X i due femori sembrano convergere a livello delle loro estremità distali e le due tibie tendono a distanziarsi l’una dall’altra, mano a mano che scendono verso i piedi.
Dall’osservazione degli arti inferiori di una persona con le ginocchia a X emerge, immediatamente , che femori e tibie, con le loro particolari orientazioni, danno vita a un angolo ottuso, lateralmente, e a un angolo acuto, medialmente .
Nell’essere umano adulto, il mancato allineamento tra femore e tibia che caratterizza il ginocchio valgo può dipendere da almeno 5 fattori:
- La debolezza delle anche, dovuta a una muscolatura glutea inadeguata, non sufficientemente forte.
I muscoli glutei piccolo, medio e grande contribuiscono all’allineamento del femore rispetto alla tibia, agendo a livello dell’anca, con una forza che spinge verso l’esterno. Del resto, sono i muscoli che consentono l’abduzione esterna dell’anca.
Venendo meno l’azione di spinta verso l’esterno, imposta dai muscoli glutei, la porzione di femore che costituisce l’anca tende a cambiare angolazione e a orientarsi verso l’interno, ossia verso l’altra gamba. Al cambio di orientazione concorrono anche i muscoli con azione opposta ai muscoli glutei, ovvero i muscoli adduttori dell’anca. - Una ridotta capacità della caviglia di compiere il movimento di dorsiflessione. La dorsiflessione è il movimento che consente di sollevare il piede e camminare sui talloni.
Dalla ridotta capacità di dorsiflessione della caviglia scaturisce, per compensazione, un’anomala pronazione del piede, la quale ha tre effetti conseguenti l’uno all’altro: la rotazione verso l’interno della tibia → la rotazione verso l’interno dell’anca → l’adduzione dell’anca.
Alla fine di tutto, risulta un disallineamento tra femore e tibia, con il ginocchio che punta verso l’interno dell’arto inferiore. - La particolare debolezza del muscolo vasto mediale del quadricipite femorale (complesso muscolare anteriore della coscia). Il muscolo vasto mediale contribuisce all’allineamento del femore rispetto alla tibia, con un’azione di spinta sul lato mediale del ginocchio. Se è debole, la sopraccitata azione di spinta risulta compromessa.
- La particolare debolezza dei muscoli semimembranoso e semitendinoso dell’hamstring (complesso muscolare posteriore della coscia). I muscoli semimembranoso e semitendineo agiscono sull’allineamento del femore rispetto alla tibia allo stesso modo del muscolo vasto mediale del quadricipite femorale. Pertanto, se sono deboli, il ginocchio tende verso l’altro ginocchio, creando un disallineamento tra femore e tibia.
- Una predisposizione anatomica al disallineamento del femore rispetto alla tibia, con conseguente movimento del ginocchio verso il ginocchio dell’altra gamba. La presenza di ginocchio valgo può dipendere dalla larghezza del bacino, da un’anomalia strutturale del ginocchio, dalla forma anomala di femore o tibia, da una qualche deformità del piede o, infine, da una deformità dell’anca.
Sintomi e Complicazioni
Il ginocchio valgo tende a essere un problema esclusivamente di natura estetica; se però le ginocchia puntano marcatamente l’una verso l’altra, la sua presenza può risultare anche sintomatica.
I possibili sintomi di un grave ginocchio valgo sono:
- Dolore rotuleo, cioè dolore alla rotula;
- Anomalie nella deambulazione, che comportano il sovraccarico funzionale di alcuni specifici elementi anatomici del ginocchio. In particolare, si segnala il sovraccarico funzionale del menisco laterale, una condizione che, se non trattata adeguatamente, può dar luogo a diverse complicanze, tra cui anche la rottura dello stesso menisco laterale.
Le tipiche manifestazioni cliniche della rottura del menisco laterale sono: dolore in corrispondenza del menisco laterale, senso di rigidità nel piegare il ginocchio interessato ed emissione di scricchiolii, dopo determinati movimenti dell’articolazione; - Instabilità e/o ridotta mobilità del ginocchio. Sono due manifestazioni cliniche che possono dipendere da stiramenti o piccole sfilacciature di uno o più legamenti del ginocchio. Tra i legamenti del ginocchio che soffrono maggiormente per la presenza delle ginocchia a X, si segnalano il legamento crociato anteriore e il legamento collaterale mediale;
- Dolore nella parte esterna del ginocchio, che tende ad aumentare al movimento di flessione della gamba. Questa sensazione dolorosa deriva da un processo infiammatorio a carico della cosiddetta bandelletta ileotibiale, processo infiammatorio che, in ambito medico, è anche noto come “sindrome della bandelletta ileotibiale” o “ginocchio del corridore”.
il ginocchio valgo è asintomatico (in genere, sono asintomatiche le deformità più lievi), non sussistono ragionevoli motivi per ricorrere a una terapia, nemmeno la meno invasiva.
Se invece il ginocchio valgo è responsabile di una sintomatologia dolorosa che pregiudica fortemente la qualità della vita del paziente, i medici ritengono opportuno ricorrere a una qualche forma di trattamento.
Le opzioni terapeutiche: terapia conservativa e chirurgia
Al cospetto di un ginocchio valgo sintomatico, la prima scelta terapeutica dei medici ricade, quasi sempre, su un trattamento di carattere conservativo.
Quindi, se e solo se tale trattamento dovesse fallire o risultare poco efficace, è previsto l’intervento chirurgico.
Trattamento conservativo
Il trattamento conservativo del ginocchio valgo prevede principalmente:
- L’utilizzo di scarpe ortopediche e plantari ad hoc;
- Esercizi di fisioterapia, finalizzati a: il rinforzo dei muscoli con un ruolo nell’allineamento fisiologico tra femore e tibia, e il miglioramento dell’elasticità dei legamenti del ginocchio;
- Esercizi di ginnastica posturale, il cui scopo è rimediare al sovraccarico funzionale di alcune porzioni del ginocchio.
- La somministrazione di condroprotettori e antinfiammatori;
- Iniezioni di acido ialuronico;
- Riduzione del peso corporeo (ciò vale, chiaramente solo nel caso in cui il paziente sia una persona obesa).
L’efficacia della terapia conservativa dipende dal grado di severità del ginocchio valgo: più quest’ultimo è marcato, minori sono le probabilità che i sopraccitati rimedi terapeutici comportino un beneficio tangibile.
Chirurgia
L’intervento di chirurgia, riservato alle persone con ginocchio valgo, consiste in un’operazione di osteotomia femorale.
L’osteotomia femorale è una delicata pratica chirurgica, che prevede il rimodellamento della porzione distale del femore, in modo tale da stabilire un rapporto fisiologico tra lo stesso femore e la tibia.
In sostanza, con l’osteotomia femorale, l’ortopedico curante agisce sul femore con l’intento di allinearlo alla tibia, come in una persona non portatrice di ginocchio valgo.
Se l’osteotomia ha successo, l’angolo ottuso laterale, risultante dalla particolare orientazione del femore rispetto alla tibia, scompare (o quanto meno si riduce notevolmente) e le situazioni di sovraccarico funzionale di una determinata zona del ginocchio vengono men