CONSULTO NEUROLOGICO: Come valutare lo stato mentale .
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7 Gennaio 2021Con disturbo neurocognitivo, più comunemente noto come demenza, si intende un deterioramento delle capacità intellettive e dell’apprendimento e relativi problemi della memoria, spesso associato anche ad alterazioni del comportamento, che impedisce a chi ne soffre di svolgere le più comuni attività quotidiane, mantenere normali relazioni interpersonali produttive, comunicare e condurre una vita autonoma.
Esistono diverse forme di disturbo neurocognitivo, analoghe per manifestazioni, ma indotte da meccanismi differenti. Tutte le forme di demenza sono legate alla presenza di un danno cerebrale che può instaurarsi in modo acuto (come nel caso dell’ictus) oppure accumularsi gradualmente nell’arco di decenni e iniziare a rendersi evidente quando viene superata una certa “soglia”, oltre la quale le parti del cervello ancora sane non sono più in grado di compensare le funzioni cognitive venute meno a causa delle lesioni. In questo secondo caso, si parla di declino cognitivo associato all’invecchiamento (demenza senile), che può essere lieve e abbastanza ben gestibile per diversi anni oppure rappresentare la prima fase di una degenerazione neuronale che porterà a una demenza più severa nell’arco di poco tempo. Le perdite neurologiche che si osservano nel cervello che invecchia non sono tutte patologiche: in parte, sono legate al naturale avanzare dell’età e si verificano anche in persone sane che non svilupperanno mai alcuna forma di demenza.
I sintomi cognitivi e comportamentali uhhh più comuni sono:
- confusione mentale,
- difficoltà di concentrazione/facile distraibilità,
- difficoltà nel prendere decisioni e nel pianificare attività mediamente complesse,
- problemi di memoria/apprendimento,
- difficoltà del linguaggio,
- disturbi dell’equilibrio,
Il disturbo neuro cognitivo/demenza si instaura quando al fisiologico impoverimento cerebrale si sommano fattori dannosi aggravanti quali, per ad esempio, fattori processi patologici specifici di diverso tipo (produzione di composti tossici endogeni, alterazioni della circolazione cerebrale ecc.), traumi accidentali (in particolare, forti colpi alla testa, soprattutto se ripetuti) o insulti tossici da parte di sostanze o farmaci attivi sul sistema nervoso centrale (alcol, droghe d’abuso, ipnotici, neurolettici ecc.). L’intensità e la velocità con le quali si sviluppano e progrediscono il declino neurologico e il declino cognitivo non sono prestabilite, ma possono variare molto da persona a persona in funzione della combinazione dei fattori patologici e traumatici e delle caratteristiche genetiche individuali.
Le capacità attenzionali del paziente vengono valutate per prime; un paziente con problemi di attenzione non è in grado di collaborare pienamente e ostacola la valutazione. Qualsiasi accenno di declino cognitivo richiede l’esame dello stato mentale ( Esame dello status cognitivo), che prevede la valutazione di molteplici aspetti della funzione cognitiva, come i seguenti:
- Orientamento nel tempo, nello spazio e nella persona
- Attenzione e concentrazione
- Memoria
- Abilità verbali e matematiche
- Capacità di giudizio
- Ragionamento
Vengono valutate la percezione della propria malattia e la consapevolezza in relazione al livello di istruzione, così come il tono affettivo e dell’umore. Il vocabolario è di solito correlato al livello di istruzione
La perdita della capacità di identificazione personale (ossia, non conoscere il proprio nome) si verifica solo quando l’ottundimento, il deliriumo la demenza sono gravi; nel caso in cui sia presente come sintomo isolato, è indicativo di simulazione.
◾️DOTT. Letizia Tirelli neurologa. Info ed app. 0587.53400 335.392522. Visita neurologica € 80.00