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4 Gennaio 2022La periartrite alla spalla, o spalla congelata, è una condizione cronica dell’articolazione scapolo-omerale, contraddistinta dall’infiammazione e dall’irrigidimento della capsula articolare.
Attualmente, non è chiaro quale sia la causa precisa della periartrite alla spalla; studi scientifici sull’argomento, tuttavia, hanno evidenziato una correlazione tra questa fastidiosa condizione articolare e fattori, quali la prolungata immobilità dell’articolazione della spalla, il diabete, le malattie cardio-polmonari, le malattie della tiroide, la tubercolosi, il morbo di Parkinson ecc.
Condizione debilitante, la periartrite alla spalla si manifesta tipicamente con dolore e senso di rigidità articolare: in una prima fase della patologia, il dolore prevale sulla rigidità; poi la situazione s’inverte.
Per la diagnosi di periartrite alla spalla sono fondamentali il racconto dei sintomi da parte del paziente, l’esame obiettivo e l’anamnesi; solo in rari casi, la ricerca diagnostica prevede anche il ricorso a esami diagnostici .
Oggi, chi soffre di periartrite alla spalla dispone esclusivamente di cure sintomatiche; fortunatamente, però, la condizione tende, seppur molto lentamente (nell’arco di 1-3 anni), a una risoluzione spontanea.
La periartrite alla spalla è la conseguenza di quando a un processo infiammatorio a carico della capsula articolare dell’articolazione scapolo-omerale segue la formazione di un tessuto simil-cicatriziale, che rende la stessa capsula articolare più spessa, rigida in modo anomalo e con segni di retrazione.
- Periodo di immobilità forzata della spalla successivo a un infortunio alla cuffia dei rotatori, a un intervento chirurgico, a una frattura dell’omero o a un episodio di ictus;
- Diabete mellito;
- Malattie della tiroide(es: ipertiroidismo e ipotiroidismo);
- Tumore al seno;
- Mastectomia;
- Malattie di cuore;
- Malattie polmonari;
- Tubercolosi;
- Morbo di Parkinson.
Inoltre, riprendendo un dato epidemiologico sopra riportato, è da segnalare che la periartrite alla spalla è più frequente tra gli individui che hanno superato i 40 anni e nella popolazione femminile.
Quando rivolgersi al medico?
Un individuo dovrebbe rivolgersi al proprio medico curante o a un ortopedico, nel momento in cui avverte un dolore e una rigidità a livello della spalla, tale per cui non riesce a compiere i movimenti più semplici con l’articolazione sofferente.
Periartrite scapolo-omerale: cause principali
Nel caso di tendinopatie la causa più importante e provocativa sembra essere l’aumento di carico sul tendine troppo poco graduale: in tutti i quadri di tendinopatia, infatti, se si indaga la storia del soggetto che ne soffre si può identificare quasi sempre un’attività “non ordinaria” che ha sottoposto il tendine ad un carico per il quale non è stato abituato, e che spesso può innescare un processo tendinopatico.
Nelle tendinopatie il riposo totale (ad eccezione di fasi molto acute e con alta irritabilità) è deleterio quanto il sovraccarico, in quanto non si fornisce in questo modo alcuno stimolo di adattamento positivo al tendine, che tornerà così a provocare dolore quando verrà sottoposto nuovamente al carico. I principi riabilitativi prevedono un sovraccarico progressivo, fornendo alla spalla via via stimoli sempre maggiori per riabituarla e rieducarla al movimento e al carico.
A livello strutturale una delle caratteristiche che inevitabilmente predispone i tendini allo sviluppo di processi tendinopatici è la ridotta affluenza di sangue: i tendini, infatti, sono scarsamente vascolarizzati, e ciò implica che anche i processi metabolici legati alla salute e alla guarigione dei tessuti tendinei siano fisiologicamente più compromessi rispetto ad altre tipologie di tessuti.
Sovraccarichi eccessivi, ripetitivi, non graduali e senza un adeguato periodo di riposo tra uno stimolo e il successivo possono portare nel tempo alla formazione di microlesioni tendinee, alle quali segue un processo di guarigione fallimentare.
A livello cellulare, sono stati evidenziati la perdita di organizzazione del collagene, il passaggio di alcune fibre collagene da “tipo 1” (una tipologia di fibre efficiente nella trasmissione di forze) a “tipo 3” (una tipologia di fibre collagene scarsamente efficiente nella trasmissione di forze), l’aumento del numero di proteoglicani e la formazione di nuovi vasi sanguigni (neo-vascolarizzazione).
Da un punto di vista anatomo-funzionale, in maniera molto generale possiamo dire che il dolore si presenta nel momento in cui le capacità di carico dei tessuti non sono abbastanza elevate da sopportare gli stress esterni. In parole povere i nostri muscoli, tendini, ossa e legamenti non sono abbastanza forti per sopportare gli stress che provengono dall’esterno. Per “stress” esterni intendiamo una moltitudine di fattori: quelli meccanici (come traumi violenti, cadute, movimenti bruschi, allenamenti eccessivi), il mantenimento prolungato di posture, ma anche altre componenti come la predisposizione genetica, l’età, la professione, lo stile di vita e fattori “psicosociali” come stress a lavoro, stress familiare, traumi emotivi importanti, paura, ansia e catastrofizzazione.
Più specificatamente, le principali cause che in questo contesto possono portare allo sviluppo del dolore alla spalla possono essere suddivise in cause di natura intrinseca e cause di natura estrinseca. Alcune di queste possono avere una correlazione diretta con il dolore, mentre altre rappresentano solo dei fattori contribuenti, non imputabili quindi come causa diretta del dolore di spalla, ma aventi un ruolo parziale nell’intensità della sintomatologia. Fra le cause abbiamo:
- Invecchiamento e degenerazione tendinea, con possibile correlazione all’età (comuni dopo i 40 anni), a una predisposizione genetica o a una scarsa vascolarizzazione dei tendini. Questi cambiamenti indeboliscono i tendini che risultano pertanto meno resistenti ai carichi e più suscettibili a lesioni. Anche la presenza di particolari predisposizioni genetiche e di un’associata presenza di ulteriori patologie concomitanti (come il diabete e l’ipercolesterolemia) può peggiorare la prognosi del dolore di spalla.
- Eccessivo sovraccarico funzionale, il quale determina un’alterazione della matrice tendinea. Negli allenamenti sarà fondamentale impostare una progressione dei carichi di lavoro razionale e rispettare i tempi di recupero e ricondizionamento tendineo, evitando di eccedere con il carico funzionale sulla spalla. Anche tecniche esecutive approssimate e non ottimali possono contribuire ad aumentare il rischio di infortuni e dolore alla spalla.
- Rigidità gleno-omerale con conseguenti alterazioni nell’allineamento e nella biomeccanica della testa omerale durante i movimenti della spalla. Di comune riscontro in chi si allena in palestra è la rigidità della capsula posteriore.
- Morfologia dell’acromion “a uncino” , che porterebbe ad un aumento delle forze compressive a carico dei tendini del muscolo sovraspinato. L’influenza di questa caratteristica morfologica sui processi tendinopatici è ancora oggi dubbia e molto discussa in letteratura.
- Instabilità gleno-omerale provocata da una scarsa performance dei muscoli della cuffia dei rotatori (debolezza o scarsa resistenza e controllo motorio) e degli stabilizzatori scapolari, sfociante in uno scarso controllo della testa dell’omero durante il movimento di spalla, con eccessiva migrazione superiore dell’omero in abduzione. Questa condizione è tipica nei soggetti molto lassi o nei soggetti che hanno subito operazioni chirurgiche alla spalla.
- Alterazione del normale allineamento statico e della normale dinamica scapolare durante il movimento della spalla.
- Combinazione di alcuni movimenti come l’abduzione e l’intrarotazione, e l’abduzione e il tilt anteriore scapolare, che aumentano per loro natura gli stress compressivi a carico dei tessuti molli sotto-acromiali. Tali movimenti non vanno visti come “dannosi” in qualsiasi situazione, ma come combinazioni di movimenti il cui fattore di rischio è superiore rispetto ad altri.
- Alterazioni posturali come l’ipercifosi toracica e le spalle anteposte. Anche qui è importante ricordare e sottolineare come la letteratura affermi che queste alterazioni non rappresentano la causa diretta delle tendinopatie e/o del dolore di spalla, ma possono rappresentare talvolta dei fattori contribuenti al quadro generale.
- In ultimo, la recente letteratura scientifica ha riscontrato un’elevata influenza dei fattori “psicosociali” riguardo al dolore di spalla e all’intensità dolorosa percepita. In questa categoria rientrano fattori come ansia, catastrofizzazione, depressione, credenze errate, kinesiofobia (paura del movimento), preoccupazioni eccessive e vissuto della persona. Tali fattori sono alla base del processo di “shift” da dolore “fisiologico” a dolore “persistente” con associata sensibilizzazione del sistema nervoso centrale.
◾️DOTT. Pietro Battistini ortopedico . ◾️DOTT. Davide Coiro osteopata. Info ed app. 0587.53400. 335.392522