DATTILITE : o dita a salsiccia .
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22 Febbraio 2021La spondilite anchilosante è una patologia reumatica notevolmente invalidante, il cui target è la colonna vertebrale ed il sistema muscolo scheletrico in genere: la spondilite è una malattia sistemica, cronica ed autoimmune che, nei casi più gravi, provoca una vera e propria fusione delle articolazioni.
La spondilite anchilosante s’inserisce tra le spondiloartriti e, dopo l’artrite reumatoide, rappresenta la malattia degenerativa più frequente e più grave.
La spondilite anchilosante è una malattia subdola: nello stadio iniziale, il dolore interessa solamente la colonna vertebrale, per poi colpire le estremità inferiori, le ginocchia e le spalle. Nei casi più gravi, la patologia potrebbe provocare invalidità totale al paziente.
Incidenza
La spondilite anchilosante è una malattia prevalentemente maschile: le stime registrano, infatti, un’incidenza della patologia 3 volte maggiore nel “sesso forte” rispetto alle donne. Generalmente, la spondilite anchilosante colpisce i bambini dopo i 10 anni ed i soggetti adulti di età compresa tra i 20 ed i 40 anni; esiste comunque una forma tardiva che colpisce i cinquantenni ed i sessantenni.
In genere, la spondilite anchilosante femminile presenta un decorso meno severo rispetto a quello della controparte maschile.
La spondilite anchilosante è un disordine genetico, dunque sono stati individuati alcuni geni responsabili della manifestazione.
Come abbiamo detto, la predisposizione genetica risulta un fattore assolutamente indispensabile per la manifestazione della spondilite: ad ogni modo, ciò non toglie che alcuni fattori ambientali possano giocare un ruolo rilevante nel suo esordio.
Sintomi
La flogosi a livello articolare è provocata da un’infiltrazione di macrofagi e di elementi del sistema immunitario a livello delle cartilagini: quando l’infiammazione non viene curata tempestivamente, queste sostanze sono le responsabili del “blocco osseo”, dovuto principalmente alla cicatrizzazione ed al successivo irrigidimento articolare.
Negli stadi iniziali, la spondilite potrebbe essere scambiata per un semplice mal di schiena (lombalgia), facilmente reversibile con sport e riposo: in questa fase, in genere, seppur fastidioso, il dolore non è acuto. Proprio a causa di questo “leggero” mal di schiena iniziale ed alla “presunta” reversibilità del dolore, la spondilite anchilosante viene spesso diagnosticata tardivamente, quando ormai è troppo tardi.
Con l’inesorabile evoluzione della malattia, il dolore lombare diviene più acuto e più esteso; il danno si estende in più punti della colonna vertebrale, riportando modificazioni strutturali del rachide. Il paziente malato non è in grado di muoversi correttamente, non riesce a flettersi, né a torcersi, né tantomeno ad estendersi. In caso di spondilite anchilosante, i comuni movimenti sono negati: il semplice gesto di cogliere un oggetto caduto a terra risulta un tentativo pressoché impossibile.
Nell’evoluzione patologica della spondilite, si nota anche un evidente coinvolgimento cervicale nel paziente affetto: il soggetto presenta uno sguardo laterale, con incapacità di flessione e torsione del collo.
Nei casi molto gravi, la malattia provoca difetti respiratori: sono stati registrati alcuni singolari casi di insufficienza respiratoria (evento patologico raro) causata da spondilite anchilosante.
In altri pazienti affetti da spondilite anchilosante, sono state diagnosticate altre patologie: morbo di Crohn, irite acuta, uveite anteriore, colite ulcerosatalvolta associate a febbricola ed anemia. Rare le concomitanti patologie cardiovascolari.
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